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martedì 7 giugno 2016

Recensione "NESSUNO SA DI NOI" di Simona Sparaco ed. Giunti


Buongiorno lettrici compulsive,

oggi vi parlo di "Nessuno sa di noi" di Simona Sparaco, libro che affronta un tema delicatissimo - quello dell'interruzione di gravidanza a scopo terapeutico – e spesso taciuto, soprattutto in Italia dove le leggi relative alla bioetica devono fare i conti con la chiesa. Un libro travolgente che ci racconta la storia struggente e la difficile scelta di Luce e Pietro. 




Nessuno sa di noi di Simona Sparaco

Editore: Giunti 
Pagine: 256
Prezzo: € 12,00



Avevo questo libro da diverso tempo e, sapendo di cosa parlava, non trovavo il coraggio di iniziare a leggerlo. Poi nei giorni scorsi, in vacanza con mio marito e la mia dolce bimba, ho trovato la forza di iniziarlo.
Per Luce e Pietro tutto ha inizio con due linee rosa parallele ed è proprio in quel attimo che realizzano che diventeranno genitori. Da questo momento inizia il fantastico viaggio che è la gravidanza.
Luce e Pietro sono in attesa del loro primo figlio ed è già tutto è pronto: la cameretta, il corredino. Aspettano il loro Lorenzo.

Ci sono desideri che nascono come piccole scintille. Quando si accendono, sono focolari, che per un po’ ti tengono al caldo, ti avvolgono in una promessa di tepore. Se non vengono soddisfatti, però, rischiano di divampare in fiamme alte e pericolose. In un attimo, possono bruciarti, sfigurarti. Incenerirti.

Quando scopri che diventerai mamma e hai una piccola vita che cresce dentro di te non ti aspetteresti mai che questa fantastica esperienza possa finire in modo drammatico, segnandoti per il resto della tua vita. Per Luce e Pietro purtroppo è così e durante una delle ultime ecografie di controllo, appena il monitor mostra l’immagine del piccolo Lorenzo, il sorriso della ginecologa si spegne.  Lorenzo è “troppo corto”, vi è un ritardo preoccupante della crescita. Da qui inizia il doloroso cammino di Luce e Pietro. Una scelta difficile. 
L’aborto è un tabù e spesso viene interpretato come un atto di egoismo, ma io nella scelta di Luce e Pietro non ho trovato egoismo. La loro è stata una scelta coraggiosa e difficilissima, scelta di cui conserveranno una cicatrice indelebile nei loro cuori, scelta fatta da due persone che amano il loro figlio, perché un figlio è e rimane un figlio anche se ti lascia prima della nascita.
Nel descrivere questo stato d'animo l'autrice è stata impeccabile, portando il lettore a comprendere realmente la sofferenza di Luce e la portata della battaglia che imperversava in lei.
Poi con il tempo Luce si rende conto di non esser sola nel suo dolore... c’è infatti anche Pietro, che sarebbe stato il padre di Lorenzo, e insieme a lui da voce ai sentimenti d'entrambi, perché come scriveva W. Shakespire: “Date voce al dolore: il dolore che non parla, sussurra al cuore infranto e gli dice di spezzarsi.”

Di punto in bianco è come se Lorenzo non fosse più un bambino «perso», un fatto vergognoso e tragico sul quale tacere. No, Lorenzo è stato una scelta, una scelta ben precisa. Dolorosa e lucida, che ha solo bisogno di essere rivendicata ad alta voce per poter essere compresa. Una scelta che ho preso in coscienza, come madre e come compagna dell’uomo che amo. Abbiamo fatto nostro un diritto, di cui mio figlio era stato privato, dalla scienza o dalla natura, forse anche da Dio. Un diritto semplicissimo, basilare: il diritto di difendersi. E questa scelta, così imprescindibile, ma che poteva solo essere sussurrata, pronunciata a mezza bocca, con il passare dei mesi si è trasformata in una palude mefitica. E adesso che, con un colpo imprevedibile di pinna, me ne sono tirata fuori, ho la sensazione di aver restituito dignità a mio figlio. Di averlo soltanto oggi, in qualche modo, messo al mondo.

Quando si sta soffrendo sembra impossibile vedere la luce e pensare che un giorno il nostro cuore possa trovare sollievo. Ma succede. Con il passare del tempo succede. Anche per Luce e Pietro la sofferenza non sarà più così straziante ed il dolore, da disperazione evolverà sino a diventare ricordo, nostalgia e accettazione.

Ora sono pronta. Sono pronta alla vita. Non l’attendo più tra le lenzuola, a testa in giù, con i piedi issati sulla spalliera del letto. Non la pretendo, come fosse un diritto. La vivo, semplicemente. Vivo la mia di vita, così piena e imprevedibile, senza chiedermi se un giorno sarà anche capace di moltiplicarsi e generare nuova vita. Mi prendo cura di lei come farei con una pianta, forte ma provata, senza sapere se quando germoglia è di quelle specie che danno anche frutti.


Parlarvi di “Nessuno sa di noi” non è stato semplice. L'argomento mi ha turbato profondamente ed ha significato riaprire una ferita non ancora del tutto rimarginata e che penso non guarirà mai. La perdita di un figlio ti lascia impotente, sia quando non dipende dalla tua volontà, sia quando, come per Luce e Pietro, dipende da una scelta difficilissima fatta per amore.
L’autrice, con la sua scrittura pulita e scorrevole, arriva direttamente al cuore, emozionando e portando il lettore a riflettere su una realtà che molte donne vivono ma che preferiscono tener nascosta per timore d'essere giudicate. 










Quando Luce e Pietro si recano in ambulatorio per fare una delle ultime ecografie prima del parto, sono al settimo cielo. Pietro indossa persino il maglione portafortuna, quello tutto sfilacciato a scacchi verde e blu delle grandi occasioni. Finalmente, dopo anni di inutili tentativi, di “sesso a comando” e di calcoli esasperanti con calendario alla mano, conosceranno il loro bambino. Non appena sul monitor appare il piccolo Lorenzo, però, il sorriso della ginecologa si spegne di colpo. Lorenzo è “troppo corto”. Ha qualcosa che non va.

Comincia così il viaggio di una coppia nella nebbia di una realtà sconosciuta. Luce e Pietro sono chiamati a prendere una decisione irrevocabile, che cambierà per sempre la loro vita e quella di chi gli sta intorno. Qual è la cosa giusta quando tutte le strade li conducono a un vicolo cieco? E l’amore fino a che punto potrà salvarli?

Nessuno sa di noi è la storia della nostra fragilità. Di un mondo che si lacera come carta velina e di un grande amore che tenta in ogni modo di ricomporlo. Un’esperienza di dolore e rinascita raccontata da una voce così potente e umana da rimanere impressa per molto tempo. Un romanzo che scuote l’anima.





L'autrice.

Simona Sparaco, scrittrice e sceneggiatrice, è nata a Roma. Dopo aver preso una laurea inglese in Scienze della Comunicazione, spinta dalla passione per la letteratura, è tornata in Italia e si è iscritta alla facoltà di Lettere, indirizzo Spettacolo. Ha poi frequentato diversi corsi di scrittura creativa, tra cui il master della scuola Holden di Torino. Nel 2008 ha pubblicato il romanzo Lovebook e, nel 2010, Bastardi senza amore, tradotto anche in lingua inglese. Nel 2013 è uscito per Giunti Nessuno sa di noi, un istantaneo bestseller del passaparola, ristampato in 21 edizioni, vincitore del Premio Roma e finalista al Premio Strega. Nel 2014 è uscito, sempre per Giunti, Se chiudo gli occhi (Premio Selezione Bancarella, Premio Salerno Libro d’Europa e Premio Tropea).Equazione di un amore è il suo ultimo romanzo.

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